SAVONA: INELUDIBILE UNA REVISIONE DEI TRATTATI
Paolo Savona ha scritto un lungo e interessante intervento, che è stato ospitato sulle pagine del Messaggero, dedicato agli sciagurati vent’anni dell’Euro.
Paolo Savona ha scritto un lungo e interessante intervento, che è stato ospitato sulle pagine del Messaggero, dedicato agli sciagurati vent’anni dell’Euro.
In molti – soprattutto chi ha una partita Iva – lo sanno: dal 2019 è partita la fatturazione elettronica. Secondo l’Agenzia delle Entrate è stato un grande successo.
Sono vent’anni che è nato l’Euro: proprio in questi giorni si sarebbero dovuti celebrare i due decenni della moneta unica. Grandi festeggiamenti, però, non ce ne sono stati.
In questi giorni si parla tanto di nazionalizzazione della Cassa di Risparmio di Genova (al secolo, Carige). Quello di cui non si parla è la vendita compulsiva di crediti deteriorati che le nostre banche sono state obbligate a causa delle riforme sul settore imposte dall’Unione Europea.
Le élites hanno creato gravi danni anche in Gran Bretagna. Lo spiega molto bene un articolo illuminante pubblicato dalla testata inglese The Economist, intitolato “the elite that failed”, letteralmente “l’elite che ha fallito”.
La vera ragione della protesta dei “gilet gialli”? Non è il mero aumento del prezzo del gasolio, quanto il tentativo di bloccare un piano, voluto dalle élites europee tedesche e francesi, per essere la prima area geografica a imporre la transizione dall’auto a combustibile a quella elettrica.
La grande fuga: l’Istat, l’istituto nazionale di statistica, ha pubblicato, a dicembre, un dato inquietante. Quasi 30mila laureati italiani scappano all’estero.
La manovra del governo dovrebbe essere sufficiente a proteggere l’Italia da un nuovo, eventuale, rallentamento dell’economia globale. Ma se l’Europa non smette di remare contro, gli sforzi del Paese potrebbero non bastare a far ripartire il Paese.
Mentre tutti erano convinti che l’Italia sarebbe stata costretta a chinare la testa a Bruxelles e a riscrivere la manovra economica – magari “fotocopiando” la finanziaria degli ultimi governi euro-entusiasti che si sono succeduti a Roma negli ultimi anni –, sotto il ricatto di una possibile procedura di infrazione da parte della Ue, l’esecutivo guidato dal Presidente Conte è riuscito spuntarla: reddito di cittadinanza e quota 100 si faranno.
La differenza tra il benessere che – dopo la Grande Crisi del 2007 – si è riusciti ad ottenere negli Stati Uniti e, invece, la crescita stentata d’Europa sta tutta in un post pubblicato dal Presidente Usa, Donald Trump, l’altro giorno su Twitter: ”E’ incredibile che la Fed consideri un altro aumento dei tassi di interesse con un dollaro molto forte, virtualmente no inflazione, il mondo fuori dagli Stati Uniti che esplode, Parigi che brucia e la Cina che frena”.